venerdì 31 maggio 2013

Il San Mames muore e risorge


Articolo di Filippo Maria Ricci pubblicato su EXTRATIME del 26 Maggio 2013 pag. 7

"Mamete di Cesarea ha vissuto poco e fatto tanto. Così tanto che dalla Cappadocia del terzo secolo dopo Cristo il suo nome è corso verso l'occidente e si è fatto largo nel cuore della civiltà cristiana piantando radici ancora vive. A lui è dedicato lo stadio di Bilbao, San Mames. Simbolo di passione mai risparmiata, luogo santificato da un'atmosfera unica dove l'odore dell'erba fradicia si unisce all'urlo di un pubblico attaccato alla sua squadra da un amore primordiale, non negoziabile, legame di sangue con la propria terra, la stessa (oggi con qualche eccezione) dei propri giocatori. Baschi.

I FIORI DI RAUL
 La leggenda vuole che il santo della città turca di Kayseri sia nato in carcere (lì stavano i genitori, imprigionati per essere cristiani, e non si può non pensare ai baschi che vogliono la libertà dalla Spagna), sia poi sopravvissuto a incredibili torture e sia stato capace di ammansire i leoni che dovevano sbranarlo nell'arena. A San Mames era dedicato un eremo di Bilbao, poi allargatosi a convento francescano e infine sostituito dalla Santa Casa della Misericordia, un ospizio inaugurato da Amedeo di Savoia nel 1872. Lì, a San Mames, nel 1913 in soli 8 mesi l'architetto Manuel Maria Smith costruì lo stadio dell'Athletic Bilbao, luogo dove consacrare la passione per il gioco portato in città dagli inglesi nel 1892. Tribune di legno per 3.000 persone, decorazioni floreali, San Mames fu inaugurato il 21 Agosto 1913 con una partita tra Athletic e Irun, prima gara di un triangolare vinto dallo Sheperd's Bush FC, squadra del quartiere londinese che oggi ospita il Qpr. Il primo gol lo segnò Rafael Moreno Arazandi, detto Pichichi, e non poteva esserci storia migliore. Di Bilbao come l'architetto, grande attaccante (celebrato nel 1954 da Marca con il nome al trofeo del capocannoniere della Liga), nipote dello scrittore Miguel de Unamuno, morto a 29 anni di tifo (pare per delle ostriche avariate), nel 1926 un suo busto fu sistemato nello stadio. E una tradizione inaugurata: ogni squadra che veniva per la prima volta a San Mames deponeva ai piedi di Pichichi un mazzo di fiori. Lo scorso anno abbiamo avuto il piacere di veder compiere il gesto da Raul, simbolo dell'odiato Madrid  che tornava a san Mames con lo Schalke ed era salutato da una grande ovazione. Il busto di Pichichi traslocherà nel nuovo San Mames ma non il simbolico arco, costruito nel 1953 per eliminare le colonne che disturbavano la visuale. Non c'è spazio nel nuovo impianto, ma l'arco verrà rimontato da qualche altra parte.

FERNANDO IL MARTIRE
Uno stadio unico, San Mames: il solo ad aver accolto tutte le edizioni della Liga: perché l'Athletic non è mai retrocesso, e perché non ha mai cambiato casa. Fino ad oggi. A settembre i leoni, che devono il proprio soprannome agli animali domati da Mamete di Cesarea, si trasferiranno lì accanto, nel nuovo San Mames. Un impianto da 53.000 posti contro i 40.000 attuali (mai sufficienti), costato 158 milioni di Euro e che nel sottosuolo ospiterà una pista di atletica, una piscina, uffici, un museo. Il nuovo stadio dovrebbe essere pronto  (a mezzo servizio, 34.000 posti) a settembre. Intanto Domenica San Mames ha vissuto la sua ultima notte. Nello stadio si giocheranno altre due partite, una del Bilbao Athletic, il "filial", e l'altra un omaggio tra Athletic e selezione basca, ma quella col <levante è stata l'ultima gara ufficiale. La numero 1739, con con 1.154 vittorie, 317 pareggi e 268 sconfitte dei leoni, l'ultima Domenica sera. Juanlu ha segnato l'ultimo, storico gol, mentre per l'Athletic l'ultima rete è stata di Fernando Llorente, nella penultima gara. Fernando il martire: nella sera della festa dello stadio, stracolmo di gente arrivata un'ora e mezzo prima della gara per farsi fotografare e rimasta un'ora dopo la fine a godersi l'ultima notte alla Catedral, con ovazioni per tutti, canti, lacrime e nostalgia, Llorente è stato subissato di fischi. Per il suo tradimento bianconero. Stadio di passioni, questo. Di sentimenti che non ammettono tentennamenti, di amore ed odio eterno. "Una cassa che contiene il sentimento Athletico con risonanza e ripercussioni infinite", ha detto Marcelo Bielsa. Ha ragione, perché, come ha detto un tifoso: " Il vero San Mames non sarà mai distrutto perché è dentro i nostri cuori".

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